La copertina (fronte, dorso e retro) del mio libro di poesie

Voglio ringraziare il Professore Antonino Marrale, mio vecchio compagno di classe alla scuola media di Licata, rimasto licatese nel cuore e nei suoi scritti dedicati alla nostra città natia.

I miei ringraziamenti anche per avermi dedicato la sinossi che ho scritto attorno alla foto dell’ormai vecchio portone della casa di Licata, dove sono nato. Lo ringrazio per la pazienza e il tempo che mi ha dedicato, ridandomi il gusto di scrivere correttamente la nostra lingua “il dialetto licatese”.

Per dare un’idea di ciò che ha scritto Nino, riporto qui di seguito la nota n. 3 che ho scritto nella mia poesia A lingwa ɍɍiŧuvata (La lingua ritrovata):

3 Ninu: Antonino Marrale, dell’Università di Palermo, ora in pensione, studioso e poeta. La sua grammatica siciliana, composta in tre volumi, è un vero trattato, basato soprattutto sull’analisi della sua (e nostra) lingua madre. Nella stessa, Marrale propone di unificare la varietà linguistica dei dialetti siciliani con un sistema di scrittura unico, senza quelle inadeguatezze e incongruenze di un sistema grafico preso in prestito da un’altra lingua (italiano). Perciò Marrale propone per i dialetti siciliani un sistema di scrittura unico basato sul principio per cui ad ogni fonema corrisponda un grafema (cioè ad un suono, corrisponda un segno scritto).

Questo non vuol dire che un fonema non possa essere reso con più grafemi: l’importante è che la corrispondenza fonema><grafema sia biunivoca, cioè al segno orale deve corrispondere sempre e solo lo stesso segno grafico e viceversa.

Lo scrivere in dialetto, secondo Marrale, non vuol dire chiudersi nel proprio “particulare“, ma, oltre ad esprimere i propri più intimi sentimenti, esso può, dal confronto con la lingua, essere usato più coscientemente. In ogni caso, quello di insegnare il proprio dialetto è un problema politico e spetta alla Regione promuoverlo.

Per adesso vi propongo alcune poesie (le edite) tratte dal mio libro e solo in versione audio, registrate da me stesso (e per questo vogliate scusarmi).

La prima, quella dedicata a Nino Marrale, è La poesia n. 18

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La poesia n. 8 ” Lung’â Via Kavour, a-Llèrĭci” (Lungo la Via Cavour a Lerici)

Via Cavour – Lerici

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La poesia n. 13: “U natali di na vota” – “Il natale di una volta”


A Licata di na vota —————————————————– mbund’â bangina
Licata di una volta ———————————-Lungo la banchina di un porto qualsiasi

La poesia n. 20: A Zzia Vicinźina” – “La zia Vincenzina”

Questa poesia l’ho dedicata alla Zia Vincenzina, (zia acquisita che ormai non c’è più) e a tutti i pescatori, di una volta, della Marina di Licata.


La poesia n. 32: “A nebbya” – “La nebbia”

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La poesia n. 35: “A primavera dâ fini di marzu 2020 – La primavera della fine di marzo 2020″

L’albero di Acacia, potato

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Continua ………………….

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