Voglio condividere questo articolo, scritto sul Corriere della Sera del 7 maggio 2022, con chi vuole concedersi un momento di riflessione.
Il ciecopacifista
È un termine coniato dal professore Giovanni Sartori (Firenze 1924 – Roma 2017), politologo di fama internazionale e premio “Principe delle Asturie” considerato il Nobel delle Scienze Sociali, per contrapporlo al “pacifista pesante”.
L’ OCCIDENTE, di Giovanni Sartori.
Il testo di questo articolo è stato preparato dal professore Marco Valbruzzi (Università Federico II di Napoli), che da tempo si occupa dell’archivio di Giovanni Sartori e ha elaborato gli estratti di due articoli del politologo usciti sul Corriere della Sera (“Il mondo irreale dei ciecopacifisti”, del 18/10/2022 e “Il presidente guerriero, del 29/01/2010).
Chi vuole la guerra è un demente che vuole una cosa orribile. Dopo gli spaventosi bagni di sangue delle ultime guerre mondiali, la guerra non la vuole più nessuno. L’occidente (salvo eccezioni balcaniche) lo ha capito e ne è profondamente convinto. Ma non è sempre evitabile. Per questa, chi oggi distingue tra pacifisti e guerrafondai disegna una situazione fuorviante. La distinzione che ci divide è tra pacifisti incoscienti – che dirò ciecopacifisti – e pacifisti pensanti.
Il ciecopacifista non sente ragioni è tutto cuore e senza cervello.Gino Strada, che è stato il guro dei pacifisti laici, scriveva così: “Può darsi che il movimento per la pace non sia in grado di far cadere un dittatore, ma una cosa è assolutamente certa, che…. non ne ha mai creati né aiutati a imporsi”.
Purtroppo no.
Purtroppo Strada era assolutamente certo di cose assolutamente false. I pacifisti degli anni ’30 hanno aiutato Hitler a imporsi, così come i pacifisti della guerra fredda – gridando better red than dead, meglio rossi che morti – invitavano l’Unione Sovietica a invadere una Europa che non si sarebbe difesa. Il paternostro recita “Non indurci in tentazione”. Lo recitano ancora, il Paternostro, i nostri pacifisti chiesastici? E se lo recitano, perché non si chiedono se il loro pacifismo assoluto – che è in sostanza un pacifismo di resa – non induca i malintenzionati non ancora convertiti in agnelli?
Quando ai nostri ciecopacifisti laici, a loro ricordo il detto che è l’occasione che crea l’uomo ladro. Non ci credono? Provino a lasciare spalancate le porte delle loro case. Saranno svaligiate anche e proprio da ladri creati dall’occasione.
Ciò premesso, qual è il senso, oggi, della classica distinzione tra guerra giusta e guerra ingiusta? Mi dispiace per i ciecopacifisti – accecati dalla loro ossessione – ma un Paese che si difende dall’attacco di un altro paese combatte una guerra giusta. Però la nozione di guerra giusta non include soltanto la guerra difensiva. Per esempio una guerra che si propone di abbattere un tiranno e di instaurare una democrazia è una guerra giusta? Questa è sempre stata l’ideologia missionaria degli Stati Uniti invocata da ultimo dal presidente Bush junior per giustificare, in mancanza di meglio, l’assalto all’Iraq. Ma è una dottrina che non ci possiamo più permettere, senza contare che in moltissimi casi è destinata a fallire. Nel caso dell’Iraq il successo è stato di abbattere un tiranno sanguinario e pericoloso per tutti; ma il “successo democratico” di quella guerra è molto dubbio.
Ecc….ecc….